Una vita in perenne movimento quella di Lola Ridge, sradicata dalla terra di origine ed emigrata in vari Paesi, tra cui l’Australia, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti. Dai suoi versi emerge quel sentimento di transitorietà intimamente collegato agli spazi geografici del proprio vissuto, come i luoghi dell’infanzia, che riaccendono inevitabilmente ricordi dolorosi. La capacità visionaria è sostenuta da una memoria sensibile e fluida che trova nel monologo interiore la sua più alta espressione. Nel tessuto narrativo che man mano va delineandosi al lettore, si scorge infine un salvifico altrove, ultimo approdo di un’esistenza “migratoria”.

L’autrice:

Lola Ridge, nata a Dublino nel 1873, si è distinta oltre che per la sua produzione letteraria anche per la militanza anarchica e l’impegno femminista. Nel 1934 è stata insignita del Poets Guilds, nel 1935 del Premio Shelley Memorial Award for Poetry e del Guggenheim Poetry Fellowship. Tra le sue opere ricordiamo: The Ghetto and Other Poems (1918), Sun-Up and Other Poems (1920), Red Flag (1927), Firehead (1929) e Dance of Fire (1935). È morta a Brooklyn nel 1941.