Akakij Akakievič Bašmačkin è un consigliere titolare, un grigio impiegato che si trova a suo agio nello svolgere un’unica mansione: copiare. Per il resto la sua esistenza è anonima, resa ancora più patetica dagli sberleffi dei colleghi e dal logoro cappotto che indossa. Quando la consunzione dell’indumento si fa irreparabile, il povero Bašmačkin si trova nella condizione di farsene realizzare uno nuovo di zecca dal sarto Petrovič. Il vezzo si trasforma in una spirale destinata a cambiare le sorti del funzionario, che intravede nella futura “nuova uniforme” l’opportunità di una svolta personale.
L’autore:
Nikolaj Vasil’evič Gogol’ nacque a Velyki Soročynci nel 1809. Scrittore e drammaturgo, tra i massimi esponenti del realismo russo, Gogol’ si trasferì a San Pietroburgo nel 1828, dove ebbe modo di inserirsi nell’ambiente letterario del tempo. Tra il 1831 e il 1832 pubblicò i due volumi delle Veglie alla fattoria presso Dikan’ka; nel 1835 vide la luce la raccolta di racconti Mirgorod, e dello stesso anno sono gli Arabeski, che comprendono peraltro Il cappotto. Nel 1836 andò in scena L’ispettore generale, classico del teatro russo che sulle prime ricevette aspre polemiche, e nel 1842 fu pubblicato il romanzo Le anime morte. Quest’ultimo avrebbe dovuto costituire il primo tassello di un imponente progetto, ma l’autore bruciò il manoscritto della seconda parte dell’opera. Gogol’ morì a Mosca nel 1852.